giovedì 1 dicembre 2011

NUOVE PROPOSTE DI INCONTRO PER IL MESE DI DICEMBRE

Giovedì 17 dicembre l'appuntamento è alle ore 21.00

due libri per conoscere Realtà e Conflitti Ordierni

Ci siamo trovati in biblioteca a Mocasina per discutere dei libri 

"IL CACCIATORE DI AQUILONI
di Khaled Hosseini 
per il ciclo Libro Film
.

BREVE TRAMA:

 "Il libro parla di Amir, un ragazzo afghano pashtun di Kabul, orfano della madre, e del suo amico, Hassan, figlio del suo servo hazara. I due bambini giocavano a "cacciare" gli aquiloni, ovvero cercare di tagliare il filo dell'aquilone avversario nella Kabul degli anni 70,  una storia vera che attraversa un trentennio di vita afgana fatta di crudelta e ingiustizie, e da questo bestseller è stato tratto anche l'omonimo film.



  Per il ciclo Premiati si commenterà il Libro: "SHARON E MIA SOUCERA"
di Suan Amiry Edito da Feltrinelli 





Riflessione 


"Conoscere il mondo palestinese ci aiuta a comprendere 

meglio la situazione di perenne conflitto in cui si trovano le

popolazioni che vivono nella Palestina."



al termine dei due Incontri si è tenuto un breve Rinfresco Autopromosso dai Partecipanti



giovedì 10 novembre 2011

TRAMA "LA CHIMERA" DI VASSALI & "IL GATTOPARDO" DI TOMASI DA LAMPEDUSA.

CERCANDO ZARDINO
Un percorso visivo attraverso la pianura della Chimera
in compagnia di Sebastiano Vassalli

La chimera, edito da Einaudi, premio Strega 1990, il libro di Vassalli più tradotto nel mondo, una delle opere di narrativa tra le più lette nelle scuole italiane, è un romanzo storico che apre ampie finestre sul Seicento nella terra di pianura novarese. Il romanzo è al centro di un’intervista-documentario Cercando Zardino in cui Sebastiano Vassalli racconta se stesso, il libro, la sua narrativa e i luoghi della Chimera.
L’obiettivo della telecamera del regista del film in dvd Mario Tosi ha rintracciato lo scrittore nella sua casa perduta nella pianura compresa tra la ferrovia per Torino e il fiume Sesia. Con Vassalli il documentario va alla ricerca di Zardino, il villaggio del XVII secolo evocato nella narrazione e oggi scomparso, come recita il racconto, travolto da una probabile piena del fiume. Cercare Zardino significa soprattutto tentare di scorgere i volti della pianura che lo ha circondato e nello stesso tempo inghiottito, andare alla scoperta dei luoghi, delle storie, delle memorie che si nascondono tra pioppeti, argini e risaie.
Con l’aiuto di Roberto Cicala, curatore con Giovanni Tesio del volume La chimera. Storia e fortuna del romanzo di Sebastiano Vassalli (Interlinea), Vassalli traccia un efficace ritratto della pianura della Chimera. Incontriamo i protagonisti: Antonia, il vescovo Bascapè, il paesaggio di pianura; ma l’attenzione si sofferma anche sulla fatica della risaia, sul “macigno bianco” Monte Rosa, sul senso del sacrificio e della festa che chiudono il romanzo. Moltissimi gli spunti nella mezz’ora di filmato-intervista.
Tra le risposte ascoltiamo: «L’uomo ha modificato il paesaggio e il paesaggio a sua volta ha modificato l’uomo». Vassalli ci conduce per mano attraverso il suo spazio narrativo che affonda le radici in documentazioni storiche e ricerche approfondite, ma che si avvale anche dell’apporto creativo e di un sapiente tocco fantastico. «I veri storici sono anche dei grandi scrittori» commenta sornione Vassalli. Come dargli torto?
Le musiche composte e strumentate da Fabrizio Gallina Sabarino ci seguono discrete e coinvolgenti nel percorso alla ricerca del vero battito della pianura. Lucilla Giagnoni, che ha portato nei teatri di tutta Italia La chimera, interpreta con intensità alcune pagine del libro.
Il documentario è stato prodotto grazie da Project e Novaracinefestival con il contributo di Promoriso, Provincia di Novara, Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara, Centro Novarese di Studi Letterari.

"IL GATTOPARDO"

Il principe Fabrizio Salina, la cui vicenda quotidiana stava per essere narrata sotto il titolo La giornata di un siciliano, è un uomo complesso e ansioso della fine, della meta, del risultato. Caratterizzato da un profondo e cieco conflitto interiore, tormentato dai sensi di colpa (verso la moglie andando da Mariannina o per avere votato “sì” al plebiscito contro le proprie convinzioni), mostra una calma tutta esteriore, che cela un’ira repressa e si palesa nel pugno stretto fino a conficcare le unghie nella carne. Il principe ha pensieri che sfuggono al mondo circostante degli amici e della famiglia, accosta riflessioni inintelligibili agli altri, che lo conducono all’inesorabile rifugio di sé e all’osservazione del cielo e degli astri, sua enorme passione. Un solo personaggio ne intuisce la natura tormentata e l’irrequieto agitarsi dell’animo ed è Tancredi, il nipote che sa sciogliere i dubbi dello «ziòne», il solo in cui l’uomo-gattopardo possa in qualche modo vedersi riflesso, mentre il suo sguardo assiste impotente al crollo delle istituzioni e dei costumi sociali, alla fine di un’epoca.
Nell’ammirazione di don Fabrizio per Tancredi si percepisce uno slancio immodesto ed egoistico, perché in fondo, scrive Lampedusa, «lui stesso è come Tancredi». Il rapporto con gli altri personaggi del romanzo è decisamente d’altra specie: il rispetto di Padre Pirrone e Ciccio Tumeo non è corrisposto dall’alterigia tutta aristocratica del principe Salina, vero pater familias, autoritario e virile almeno nei primi capitoli del romanzo, quando l’avvicinarsi di un’inevitabile fine non ha ancora ammuffito la sua linfa vitale. Il tormento del principe è crescente nell’avvicendarsi delle pagine: «Appartengo ad una generazione disgraziata, a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagio in tutti e due».
C’è una costante ironia nelle pagine de Il Gattopardo, espressa, tra l’altro, dall’animazione metaforica degli oggetti o dall’uso esasperato di termini latini, latineggianti, pomposi, a volte barocchi. E non avrebbe potuto essere altrimenti poiché, come molti sanno, l’ironia tipicamente siciliana, beffarda e tagliente, contraddistingue il ricordo di Lampedusa ogni qualvolta leggiamo di lui. L’autore non fa quasi mai capolino nella vicenda ma, nella rarità delle intromissioni, la sua idea si esprime attraverso massime ricche di sarcastica verità: «attribuire ad altri la propria infelicità […] è l’ultimo ingannevole filtro dei disperati». Le descrizioni assolate, dominate dal senso di morte e dalla pesante pigrizia di un clima quasi africano, fanno intravedere splendidi paesaggi, indimenticabili raffigurazioni, tra cui quella dei giardini di Villa Salina e la fontana di Anfitrite; e indimenticabile è anche l’amato alano di don Fabrizio che — scriveva Lampedusa a Lajolo — «In un romanzo da cui quasi tutti i personaggi escono male è l’unico sicuramente positivo». Bendicò, eterno amico a quattro zampe, è come le stelle, ha il loro stesso compito: tranquillizza il principe, fiuta falsità e ipocrisie (significativo il suo ringhiare contro Angelica). I critici ne hanno giustamente sottolineato il ruolo strutturale all’interno della vicenda: appare all’inizio, facendo irruzione nella sala in cui si recita il rosario e nell’ultima pagina, quando muore trovando riposo «in un mucchietto di polvere livida», a suggellare la fine di tutto.
L’ideologia politica di Tomasi di Lampedusa è riassunta e semplificata, come scriveva Pampaloni, nella terza parte de Il Gattopardo — «senza vento l’aria sarebbe stata uno stagno putrido, ma anche le ventate risanatrici trascinavano con sé tante porcherie» —, nel discorso di Tancredi e nella sua celebre frase che descrive la situazione storica della Sicilia del 1860: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Infine, in riferimento alla concezione di Lampedusa della storia umana, vale l’espressione di don Fabrizio: «e dopo sarà diverso, ma peggiore».
L’ombra della morte, quasi sempre presente, è «come un ronzio continuo all’orecchio», nei presagi e nel sonno, nel solleone e negli oggetti; l’ineluttabile destino, a volte vigliacco, altre spudorato, si avverte costantemente in un crescendo vertiginoso. «L’annunciazione della morte comincia per don Fabrizio a palazzo Pantaleone […] nel calore del ballo […], nel suono del valzer che gli sembra l’immagine dell’incessante passaggio del vento sulle terre assetate» (3). E anche nel ballo dei due giovani innamorati, Angelica e Tancredi, il nero cupo e opaco della fine pesa angoscioso e funesto; ed essi sono: «Attori ignari cui un regista fa recitare la parte di Giulietta e quella di Romeo nascondendo la cripta e il veleno, di già previsti nel copione». Sono marionette in uno squarcio orribile e patetico, mentre li immaginiamo: «Nella reciproca stretta di quei loro corpi destinati a morire».
Nella confessione di don Fabrizio, il momento in cui i nostri occhi sono incapaci di staccarsi dalle righe del romanzo, si ha la sensazione di un procedere velocissimo verso l’epilogo preannunciato, terribile e straziante; i peccati parevano al principe troppo meschini per farne un elenco in quella giornata di afa; e poi: «era tutta la vita ad essere colpevole, non questo o quel singolo fatto; e ciò non aveva più il tempo di dirlo».
La chiave di lettura de Il Gattopardo, senza andare troppo lontano, la troviamo nelle parole stesse di Lampedusa, che in una lettera a Lajolo del 1956 scriveva: «Bisogna leggerlo con grande attenzione perché ogni parola è pesata ed ogni episodio ha un senso nascosto». Ne Il Gattopardo: «Non vi è nulla di esplicito»; e l’«esplicito», per usare il significato lampedusiano del termine, è qualcosa di «rozzamente contadinesco o brutalmente melodrammatico»


lunedì 7 novembre 2011

INCONTRO DEL 17 NOVEMBRE 2011

l'appuntamento con I Libridinosi è 

GIOVEDI' 17 NOVEMBRE ALLE ORE 21.00 IN BIBLIOTECA A MOCASINA.

Per il Gruppo Premiati si discuterà del libro di Sebastiano Vassali "LA CHIMERA"

due incontri in una serata magica

Il Gruppo Libro-film affronterà un classico della letteratura e della filmografia italiana 

 "IL GATTOPARDO" di Tomasi di Lampedusa.



Vi aspettiamo numerosi nel corso della serata ci sarà un breve rinfresco autopromosso dai Participanti

giovedì 20 ottobre 2011

Trama "la donna della domenica" di Fruttero & Lucentini

"È ambientato a Torino e narra dell'indagine del commissario Santamaria sull'omicidio dell'architetto Garrone, personaggio che conduce una vita di squallidi espedienti a margine della Torino "bene". L'architetto viene trovato ucciso nel suo pied-à-terre con il cranio sfondato da un fallo di pietra. Tra i protagonisti della vicenda ci sono anche gli amici Anna Carla Dosio e Massimo Campi. La prima è moglie di un ricco industriale, il secondo è un giovane della buona borghesia torinese che trascina stancamente una relazione con Lello Riviera, piccolo impiegato con velleità da intellettuale. Anna Carla e Massimo sono tra i primi sospettati, perché Garrone fa parte, insieme ad altri personaggi, di un loro "teatrino privato", nel quale stigmatizzano i vizi, le affettazioni, il cattivo gusto dei loro conoscenti. Stanca del personaggio di Garrone, Anna Carla propone a Massimo, in una lettera risentita, poi non spedita, di "eliminarlo" dalla loro vita. Da quel momento i due saranno coinvolti, loro malgrado, nel'indagine. Anche Lello, che ha intuito che la sua relazione con Massimo è prossima alla fine, si appassiona all'indagine, per spirito di rivalsa: arriverà involontariamente vicino alla verità, senza comprenderla del tutto, e finirà ucciso dall'assassino di Garrone durante un giro al Balon, il mercatino delle pulci di Torino. Il commissario Santamaria (che al termine della vicenda avrà un'avventura con Anna Carla) arriverà alla soluzione del caso attraverso un proverbio piemontese. Attorno ai personaggi principali ruotano numerose altre figure, delle più diverse estrazioni sociali: le anziane sorelle Tabusso, rintanate con la domestica nella loro villa in collina, assediata da un florido traffico di prostitute e clienti; il gallerista Vollero che, pur temendo di essere scoperto dai suoi clienti, si rifornisce di cornici al Balon; l'americanista Bonetto, un intellettuale immaturo, perso dietro improbabili, inutili (ed immaginarie) schermaglie culturali con odiati colleghi. Per tale ricchezza di personaggi e per la profondità dell'analisi psicologica il romanzo costituisce un vivido ritratto della società torinese."

hotel baalbek trafiletto

"HOTEL BAALBEK"

«In ciascuno di noi mandava luce quella finestra del ricordo, ciascuno di noi tornava a vivere nella fantasmagoria della sua vita passata. Io ero giovane e riuscivo a sopportare gli strapazzi più facilmente di molti anziani, che magari avevano dovuto lasciare una vita comoda e raffinata. Io ero ancora saturo della bellezza dei mesi trascorsi, ancora ebbro della mia felicità, la gente del Baalbek operava dentro di me, l'albergo era diventato il mio mondo interiore, un universo, un palcoscenico sul quale i personaggi seguitavano a parlare. Pensavo alla bellezza di Katja, alla tenerezza di Lily e un'energia segreta continuava ad alimentare in me la fiamma». 

"LA STORIA"
 
Marsiglia 1942: una città meravigliosa e corrotta, dominata dalla violenza, pervasa da oscuri traffici, immersa in un clima allo stesso tempo di esaltazione e di paralisi, una città in cui confluiscono migliaia di ebrei provenienti da ogni parte d'Europa, nella speranza di trovare un modo per fuggire Oltreoceano, per sottrarsi alla mortale presa della Gestapo. Uno dei punti di raccolta dei fuoriusciti è il Baalbek, un albergo di infima categoria, nei cui corridoi si susseguono le voci: è vero che i tedeschi stanno occupando anche il resto della Francia? e che la Deventer, una nave piena di profughi, è affondata? Nel foyer si discute animatamente, si gesticola, si prendono coraggiose decisioni; nelle misere camere qualcuno si ama, altri si inventano un mestiere, altri ancora, ormai decisi a mettere fine alla loro vita, sistemano meticolosamente ogni pendenza.
Fra gli ospiti di questo straordinario e fatale caravanserraglio c'è un giovane timido, innamorato contemporaneamente di due bellissime donne, Katja e Lily, innamorato della vita che ancora non conosce davvero. È lui, uno dei pochi sopravvissuti, a raccontare decenni più tardi di queste esistenze sull'orlo dell'abisso, a narrare le vicende di Jablonsky, di Sascha, di Jossip, del musicologo David Stern e della sua bionda moglie, della piccola Judith, così giovane e così seducente. È lui a rievocare, con grande immediatezza, un mondo che allora non riusciva ancora a immaginare con quale violenza e crudeltà sarebbe stato investito dalla storia. 

martedì 18 ottobre 2011

Incontro di giovedì 20 ottobre 2011


L'APPUNTAMENTO CON I LIBRIDINOSI E' STATO
GIOVEDI 20 OTTOBRE ALLE ORE 21.00 in biblioteca a Mocasina

Si è discusso Amabilmento dei libri "hotel Balabeck" di Wander per il gruppo premiati.

e per il ciclo libro-film si è tenuto un dibattito sul libro:

"la donna della domenica" di Fruttero & Lucentini



                              E' Seguito un breve rinfresco auto-promosso dai partecipanti

giovedì 29 settembre 2011

ELENCO ULTIMI EVENTI 2011

FAI IL PIENO DI CULTURA 23-24 25 SETTEMBRE 2011

IL BAULE DELLE STORIE APRILE MAGGIO 2011

LA MARATONA DI LETTURA MAGGIO 2011

INCONTRO CON LO SCRITTORE EUGENIO BIASIN 24 SETTEBRE 2011

mercoledì 21 settembre 2011

I libridinosi condividono l'iniziativa "fai il pieno di cultura"

In biblioteca a mocasina il 23-24 settembre sono Sbarcati i Pirati.

Venerdi 23 Settembre "Raduniamo la ciurma" è stato il nostro motto........

Dalle 16.15 si sono tenute delle letture e laboratorio con carta e colori per Bambini dai 5 ai 7 anni compiuti.


Sabato 24 Settembre i libridinosi hanno promosso l'incontro con l'autore Eugenio Biasin
            
Che ha Presentato il suo Nuovo Libro "il prof sul lettino"


PIRATA



mercoledì 31 agosto 2011

i libridinosi e il loro incontro del 15 settembre 2011




LE STORIE AMOROSE DI "ROSSOVERMIGLIO" 
& "L'ULTIMA LEGIONE" 

sono state al centro dei discorsi delle riunioni dei libridinosi

GIOVEDI' 15 SETTEMBRE 2011 ALLE ORE 21.00
si sono tenuti i due incontri


è seguito come sempre un breve rinfresco auto-promosso dai partecipanti.

mercoledì 29 giugno 2011

domenica 26 giugno meravigliosa gita

domenica 26 giugno nella mattinata ilibridinosi sono stati nella fantastica Brescello nel paese di:

"Peppone e Don Camillo"



Nella mattinata c'è stata una Breve Visita Guidata nei luoghi del film e nel pomeriggio dopo pranzo abbiamo visitato la bellissima Sabbioneta.

giovedì 26 maggio 2011

domenica 29 maggio pomeriggio con i libridinosi


I libridinosi si sono fatti promotori domenica 29 maggio 2011 della straordinaria 
"MARATONA DI LETTURA"

il libro che è stato letto dal Titolo:

PARTIRE: ANTOLOGIA NARRATIVA DI GEOGRAFIA EMOZIONALE



Edito da Vallardi 

questo evento si è tenuto nella SALA IDER adiacente alla sede del comune di: Calvagese Della Riviera.

martedì 3 maggio 2011

i libridinosi segnalano, Il movimento letterario dal sottosuolo

GLI AMICI DEI LIBRIDINOSSI "IL MOVIMENTO LETTERARIO DAL SOTTOSUOLO"


http://poesiadalsottosuolo.wordpress.com/2010/06/29/manifesto-letterario-dal-sottosuolo/




il Baule delle Storie

         

L'appuntamento con   "Il Baule delle Storie" ha visto protagonista, la Scrittrice Maria Sardella nella serata di Venerdi 6 Maggio alle ore 20.45 la scrittrice ha presentato il suo nuovo libro:

"COSI E' LA  VITA' AMORE MIO"


Libro edito da Altrimedia
la conferenza si è tenuta presso la Fondazione Piccini in località Terzago. I libridinosi hanno passato una serata piacevole e ringraziano chi ha partecipato all'incontro e la Fondazione Piccini per l'ospitalità.